Aldous Huxley e “Il sorriso della Gioconda”.
La raccolta dei racconti della quale questo fa parte è: ‘Mortal Coils’ - “Bobine mortali”; nome questo con il quale lo stesso racconto viene identificato.
Mortal Coils è una raccolta di cinque brevi brani di fantasia pubblicati nel 1921-1922 (ci sono alcune discordanze sull’anno).
Il libro è composto da tre racconti, un romanzo breve e un'opera teatrale:
- "Il sorriso della Gioconda", novella. - Nel 1948 lo stesso Huxley ne curò la sceneggiatura per un film intitolato “A Woman's Vengeance“ (“La vendetta di una donna”)
- "Permutazioni tra gli usignoli".
- "Il banchetto Tillotson".
- "Tunnel verdi".
- "Monache a pranzo".
L’anno in cui questa rappresentazione è avvenuta al “Teatro di corte di palazzo” dovrebbe essere il 1956 desumendolo dall’opuscolo-programma nel quale Ernesto Grassi proponendo una essenziale biografia dell’autore scrive: “Aldous Huxley ha sessantadue anni e da molto tempo vive in California”.
Essendo nato a Godalming, in Inghilterra, il 26 luglio1894 ed avendo dunque 62 anni quando questo racconto viene rappresentato, ecco che arriviamo al 1956.
Aldous Huxley morirà sette anni dopo: il 22 novembre del 1963, a Los Angeles, all’età di 69 anni.
Di seguito quello che Ernesto Grassi ci racconta di lui.
ALDOUS HUXLEY
e il “non attachment”
Aldous Huxley ha sessantadue anni e da molto tempo vive in California. In un mondo letterario che sembra avviarsi al crepuscolo, il grande scrittore inglese è ancora oggi una luce. Huxley raggiunse lo zenith della sua celebrità verso il 1920, all’indomani della "piccola guerra mondiale”, quando apparvero il famosissimo " Point-contre-point” e "The Brave new World”. Quest’ultimo romanzo tradotto in francese sotto il titolo "Le meilleur des mondes”, e successivamente in italiano,
riverbera l’idea fondamentale di Huxley, derivata da certa sua meditazione su dottrine indiane: il non attachement, il distacco. È un po’ il "tenero disprezzo” di Anatole France. Infatti "The Brave new World” è talmente distaccato dal presente storico che consiste in una visione avveniristica del mondo: gli uomini selezionati chimicamente nel germe paterno, secondo una scala di valori fisici e intellettuali, dagli uomini-alfa agli uomini-omega. Sembrò, allora, un mostruoso capovolgimento della biologia: oggi siamo almeno al principio della fecondazione artificiale. Benché il nostro senso umano e religioso vi si ribelli, i fatti
scientifici o i loro segni premonitori non si possono contestare.
È bene ricordare a questo punto che il nonno del romanziere fu il grande scienziato Thomas Henry Huxley.
Il dottor Aldous avrebbe voluto proseguire la missione dell’avo, ma una infermità agli occhi glielo impedì. Dovette persino apprendere la lettura col sistema Braille. In seguito riacquistò la vista, e, dopo un romanzo giovanile il cui manoscritto andò perduto, iniziò e condusse una nudritissima e intelligentissima produzione che, oltre le opere citate, si estese da "Giallo cromo,, a "Foglie secche,,, da "L’eminenza grigia,, a "I diavoli di Loudon,,, da vari libri di viaggio alle due sole commedie di Huxley: "The World of light,, (Il mondo della luce) a "The Gioconda smile„ (li sorriso della Gioconda) tratta dalla prima novella del volume omonimo di Huxley, e che si rappresenta stasera al "Piccolo Teatro,, di Napoli.
A considerare in totale, diligentemente, l’opera e la critica di Aldous Huxley, vi si trova una grande sfiducia e, insieme, un’infinita misericordia per l’umanità. Gli uomini vanno commiserati e, se possibile, condotti al bene da superiori autorità morali, ma nulla distrugge in noi il libero arbitrio, né la responsabilità delle nostre azioni. Ecco il personaggio del dottor Libbard nel "Sorriso della Gioconda”. Chi ascolti attentamente le sue parole, avrà un’idea sintetica, ma chiara, del pensiero e dell’arte di Aldous Huxley.
ERNESTO GRASSI
- ERNESTO GRASSI -
L’Ernesto Grassi che del Teatro di Corte Palazzo Reale - Piccolo Teatro della Città Di Napoli, almeno dal 1955 anno della riapertura dopo i restauri effettuati tra il 1950 e il 1954, ne fu il direttore, presentò il programma artistico per il biennio 1955-1956 e almeno di una delle sei rappresentazioni che in quel teatro si svolsero ne fu il regista (“Il sorriso della Gioconda”), lo individuo in quell’Ernesto Grassi nato il 24 settembre del 1900 a Napoli dove morì il 12 dicembre del 1963 che fu figlio di Luigi e Orestina Gallo.
Da quanto riportato nell’articolo redatto da Carlo D’Alessio nel “Dizionario biografico Treccani” fu oltre che giornalista e autore di testi rappresentati in teatro parte dei quali con la compagnia dei De Filippo, anche regista, critico teatrale e cinematografico.
“Legato all'ambiente culturale della sua città, il G. entrò in contatto con i maggiori rappresentanti della scena napoletana (da Totò a R. Viviani, dai De Filippo a N. Taranto, da V. De Sica a Tina Pica), di cui fu cronista fedele sia sulle pagine del Roma, sia su quelle de Il Dramma, cui collaborò assiduamente (1949-61). […]
[…] contribuì in prima persona a "esportare" in ambito nazionale il teatro napoletano, sia come direttore dello Stabile di Napoli (1955-60) e della Compagnia del teatro d'arte della RAI, sia come docente, dal 1950 al 1955, presso la cattedra di storia del teatro del corso di scenografia dell'Accademia di belle arti della città partenopea. […]
[…] Il 24 ott. 1922 aveva sposato Antonietta Festi, dalla quale ebbe cinque figli: Gino, Franco, Maria Pia, Vittorio, Luciana. […]
[…]Il maggiore apporto al teatro, comunque, il G. lo diede come autore; il suo testo più famoso, Ventiquattr'ore di un uomo qualunque, in dialetto napoletano, fu rappresentato per la prima volta dalla Compagnia del teatro umoristico dei fratelli De Filippo (Napoli, teatro Sannazaro, 16 nov. 1933. […]
[…]Tra le altre opere del G., non tutte andate in scena né edite, vanno ricordate ancora Le foglie morte e Voilà (entrambe rappresentate a Napoli, dalla Compagnia del teatro da camera, il 13 giugno 1954), e poi L'anello di smeraldi, Passato remoto, Con Pulcinella amante infelice, Leonora addio!, Roberto il diavolo. […]
[…]A partire dal 1937, il G. aveva iniziato una significativa attività in campo cinematografico
[…]Nel 1939 il G., su invito di E. e P. De Filippo, […], partecipò alla sceneggiatura di In campagna è caduta una stella, diretto e interpretato dallo stesso Eduardo, e di Il marchese di Ruvolito, da un soggetto di N. Martoglio, per la regia di R. Matarazzo.
[…]nel 1949, sceneggiò con altri una terza commedia dai toni dolceamari, Biancaneve e i sette ladri, da un romanzo di A.G. Rossi, con la regia di G. Gentilomo. […]”.
Ancora numerose furono le recensioni e le opere teatrali che lo videro coinvolto a vario titolo.