di Antonio Bellucci
Introduzione
Nel volume secondo del “Bollettino del Bibliofilo” - anno 1920, veniva già riportato il testo integrale, dalla pagina 1 alla pagina 30, di quello che come estratto viene pubblicato da Luigi Lubrano nello stesso anno:
“Illustrazione di 22 ignote legature adèspote erroneamente dette Canevari”,
di Antonio Bellucci.
Per intendere il significato di “adespota-o” riferiamo quanto in sintesi riportato su “Treccani online”:
“adèspoto (raro adèspota) agg. [dal gr. ἀδέσποτος «senza padrone», comp. di ἀ- priv. e δεσπότης «padrone»], letter. – Propr., senza padrone, e quindi senza nome di autore, anonimo: codice, frammento adespoto.“
La parola adespota deriva dal greco adéspotos (letteralmente "senza padrone") pertanto 'nome adespota' assume il significato di "nome privo di protettore".
In “Treccani” vediamo che la sua formulazione al femminile risulta essere rara ma, trattandosi di un aggettivo, riteniamo normale che se questo viene riferito a una parola di senso femminile, l’aggettivo ne segua la forma corrispondente.
Trattandosi di una “legatura” questa dunque non può che aggettivarsi “adespota”.
Un esempio di "adespoto” lo individuiamo tra i nomi propri: si tratta dunque di un nome proprio che non ha una corrispondenza all’interno del calendario della Chiesa e quindi non ha un “Santo” al quale fare riferimento per il giorno in cui far ricorrere l’onomastico.
È proprio per questa la ragione per la quale la Chiesa ha istituito il Primo Novembre come “Giorno di Ognissanti” così che possa venir celebrato l’onomastico di tutti i “nomi adespoti”, cioè “senza un Santo di riferimento”.
Nel caso in specifico si tratta di “legature” alle quali non è possibile sattribuire una provenienza certa.
Spesso nell’ambito dei cataloghi di antiquariato accanto alle opere, agli incunabuli, ai manoscritti, si trovano descritte le “legature”.
In pratica si tratta di “copertine”, per farci meglio comprendere, spesso non riferibili a una argomantazione specifica, e altrettanto spesso senza contenuto che potrebbe essere andato perso.
La “legatura” potrebbe essere stata predisposta per raccogliere un testo o un manoscritto non reperito e in più casi potrebbe racchiudere una qualche opera di nessun valore rispetto invece al valore storico rappresentato proprio dalla legatura.
Nei cataloghi redatti da Luigi Lubrano le legature hanno una presenza spesso e volentieri di importanza rilevante e vengono minuziosamente descritte a lasciar intendere la famiglia di provenienza e le caratteristiche storiche e culturali nel momento in cui quella determinata legatura è stata predisposta.
Quelle attribuite a “Demetrio Canevari” in maniera a quanto pare errata, hanno avuto una rilevanza storica nell’ambito della biblioteconomia molto rilevante visto il dibattito che è stato in essere per molto tempo e il lavoro di ricerca che negli anni ha coinvolto diversi personaggi di rilievo nell’ambito dello studio dell’antiquariato bibliografico.
Per quanto ci risulta ultimo dovrebbe essere stato padre Antonio Bellucci autore dell’articolo presentato nel secondo volume de “Il Bollettino del Bibliofilo” pubblicato nel 1920 da Luigi Lubrano, e da questi poi riproposto anche in singolo volume.
In realtà non si conosce, almeno stando alle nostre ricerche, se la questione abbia trovato una soluzione.