UNA BREVE NOTA AL PROGRAMMA FORNITO DAGLI ORGANIZZATORI DI QUESTA RIVISTA
Sulla stessa linea d’onda del “Teatro Politeama”, cosa che vedremo in seguito per rappresentazioni svoltesi in anni successivi a questo, il programma predisposto dagli organizzatori da offrire agli spettatori non riporta di fatto nessun tipo di informazioni se non, oltre al titolo e agli autori, l’elenco artistico, quello dei “primi ballerini solisti”, delle “danzatrici” e dei “Danzatori”.
Nessuna immagine né degli attori né dei ballerini: un programma che a definire squallido è fargli un complimento.
In pratica solo “tre delle dodici pagine” sono destinate alla rappresentazione in programma (la prima di copertina con il nome del teatro, dei nomi degli attori principali e che formano la compagnia, del titolo della rivista, degli autori, degli orari di programmazione e le due pagine centrali con da una parte le stesse informazioni della copertina edall'altra l'elenco artistico e dei ballerini/danzatori) mentre ben “sette pagine” sono destinate alla pubblicità di “prossimi film in programma” per i quali viene riportata anche la trama o il contenuto oltre che i nomi degli attori.
Due delle pagine sono lasciate completamente in bianco.
Gli organizzatori avranno inteso considerare che il pubblico venuto a seguire la “rappresentazione teatrale in programma” era da ritenersi consolidato, mentre occorreva “guadagnarsi accattivandolo!”, quello delle rappresentazioni cinematografiche a venire.
Insomma: per racimolare una qualche notizia circa il contenuto di questa rivista, ho dovuto affidarmi a internet.
GLI ITALIANI SONO FATTI COSÌ
Due tempi di Metz, Marchesi e Verde. Compagnia “Billi – Riva”
con Alba Arnova. Musiche di Luttazzi (Lelio),
coreografie di Gisa Geert, scene e costumi di Veccia.
Direttore d’orchestra William Lo Savio, direttore artistico Mario Riva.
Regia di Marcello Marchesi.
Elenco artistico:
Alba Arnova – Victor Ferrari - Jerome Jonshon (ballerini solisti) - Mariolina Bovo - Isa Di Marzio - Eliana Antonini - Diana Dei - Rossana Fabrizi - Anna Maria Ghiani - Ely Panayotys - Francoise Rambert - Wanani - Riccardo Billi - Gianni Bonagura - Emilio Brunetta – Nino Milia - Paolo Ferrari - Nino Manfredi - Mario Riva.
1° Tempo:
Tutti vengono qua - Ultimi arrivi - I Signori Johnson - Gli Italiani sono fatti così – I Sanpietrini - L'aria di Italy - II linguaggio dei gesti - Il Paese degli Sportelli - Ninna Nanna Bambino Sconosciuto - Viva le isole - Mambo Sardu
2° Tempo:
Il Paese del quiz - Nel 1936 - Attenzione Afro Cubana - Gli Italiani criticano - Americane a Capri - La Donna è solo Donna - La Donna Professionista in Italia - Pane Amore e Gelosia - La Gelosia - Urgentissimo - Gli Italiani e le Straniere - Lo Psicanalista - I Selvaggi della Strada - Pizze per tutti
La rassegna teatrale "Gli italiani sono fatti così" fu scritta da Vittorio Metz, Marcello Marchesi e Dino Verde e rappresentata nella stagione 1956-1957 con Riccardo Billi e Mario Riva come interpreti principali1.
La rassegna era una satira sulla società italiana e sulle sue peculiarità, e fu rappresentata in vari teatri di tutta Italia.
La revisione venne effettuata nello stesso anno anche da Nino Manfredi.
Anche Mariolina Bovo, attrice italiana, recitò in questa rassegna nel 1956.
La rassegna ebbe successo e venne rappresentata in diversi teatri d'Italia.
La rivista era una satira sulla società italiana e sulle sue peculiarità.
Il contesto storico della revisione non è esplicitamente menzionato nei risultati della ricerca, ma è possibile dedurre che sia stata effettuata durante i primi anni della Seconda Repubblica in Italia, istituita nel 1946.
La rassegna può essere vista come un riflesso dei cambiamenti sociali e culturali che si stavano verificando in Italia in questo periodo. La rappresentazione era una satira sulla società italiana e sulle sue peculiarità, il che fa pensare che si trattasse di un commento alle questioni sociali e culturali dell'epoca. La rassegna è stata interpretata da noti attori e attrici italiani, il che fa pensare che si trattasse di una produzione popolare e ben accolta.
La frase "Gli italiani sono fatti così" trae origine, per l'appunto, dall'omonima rappresentazione teatrale di Metz, Marchesi e Verde.
Essa riflette un commento sulla società italiana e le sue peculiarità, eventualmente esplorando stereotipi o aspetti culturali specifici della popolazione italiana.
Si tratta di una espressione comune nella cultura italiana, spesso usata per descrivere le caratteristiche, i comportamenti o gli stereotipi associati agli italiani.
Può essere interpretata come un riflesso dell'identità nazionale e dei tratti unici che distinguono gli italiani dalle altre nazionalità.
La frase può essere vista sia come una generalizzazione che come un riconoscimento della diversità culturale in Italia.
Può anche essere utilizzata per evidenziare i punti di forza e di debolezza della società italiana, nonché per esprimere orgoglio o critica verso lo stile di vita italiano.
La frase può essere trovata in vari contesti, dalla letteratura e dal teatro alle conversazioni quotidiane e ai dibattiti sui media, riflettendo il suo significato nella cultura e nella società italiana.
In “Skuola.net” - commento del Prof. Porro:
"Gli italiani sono fatti così.
Verde, Marchesi e Metz parlano di italiani del 1957, cioè della società, del costume e della politica contemporanei. Si tratta di una rivista in cui si tira al bersaglio sulla burocrazia e sulla censura, sulla televisione e sulla politica parlamentare, sui governanti di ieri e di oggi. Non è ancora una rivista di satira politica, ma ci si avvicina molto, mantenendosi su un piano di naturalistica parodia nella quale però non mancano pungenti osservazioni di costume né graffianti, anche se marginali, testimonianze sugli inconvenienti della vita di ogni giorno."
GLI AUTORI E IL REGISTA
VITTORIO METZ
Vittorio Metz, nato a Roma nel 1904 e deceduto nel 1984, è stato un poliedrico artista italiano, attivo come scrittore, umorista, sceneggiatore, autore televisivo e regista cinematografico. La sua carriera è stata caratterizzata da una vasta gamma di collaborazioni in diversi campi artistici, dalla scrittura per il teatro per ragazzi al giornalismo, passando per il cinema e la televisione, dove ha dato libero sfogo alla sua inventiva e al suo talento satirico.
Metz iniziò la sua carriera nel teatro per ragazzi e successivamente divenne uno dei fondatori del giornale umoristico "Bertoldo" nel 1939, dopo aver collaborato al "Corriere dei Piccoli".
Negli anni '50 del XX secolo si distinse soprattutto in televisione, lavorando come autore di commedie musicali e spettacoli di varietà. È particolarmente noto per la sua collaborazione con Marcello Marchesi, con cui firmò una serie di programmi di successo come "Ti conosco mascherina" (1955), "La piazzetta" (1956) e il serial per ragazzi "Giovanna, la nonna del Corsaro Nero" (1961). Insieme a Marchesi, contribuì anche alla sceneggiatura e alla regia di alcuni film, tra cui quelli interpretati da attori come Erminio Macario e Totò, sebbene le loro prove come registi non fossero sempre altrettanto fortunate.
Oltre al suo lavoro nel campo dell'intrattenimento, Metz pubblicò anche raccolte di massime, proverbi e libri umoristici come "Mia moglie a 45 giri" e "Roma in cocci".
Negli anni '70 collaborò al giornale "Candido" di Giorgio Pisanò.
Vittorio Metz morì a Roma nel 1984 e venne sepolto nel cimitero del Verano.
Fonte: testo liberamente tratto da Wikipedia.
Fonte immagine: internet
MARCELLO MARCHESI
Marcello Marchesi, nato a Milano nel 1912, è stato una figura poliedrica della cultura italiana del Novecento. Originario di una famiglia numerosa, trascorse l'infanzia a Roma prima di tornare a Milano per completare gli studi in giurisprudenza. Tuttavia, la sua vera passione era l'arte e lo spettacolo.
Iniziò la sua carriera come autore teatrale, lavorando con grandi nomi dell'epoca come Macario. La svolta avvenne nel 1939 quando iniziò a collaborare con lui e a scrivere battute per film comici, aprendosi così le porte al mondo del cinema. Durante la Seconda Guerra Mondiale, partecipò attivamente ai combattimenti in Africa settentrionale, venendo ferito.
Dopo la guerra, si trasferì a Roma e si dedicò alla radio e successivamente alla televisione, diventando uno dei più noti autori e registi del piccolo schermo. Negli anni '50 e '60, il suo talento brillò soprattutto nella creazione di spettacoli televisivi di successo e nella scrittura di slogan pubblicitari iconici che hanno segnato l'immaginario collettivo italiano.
La sua vita privata fu segnata da matrimoni e separazioni, ma anche da nuovi amori. Nel 1976, sposò Enrica Sisti e divenne padre a sessantaquattro anni.
La sua carriera e la sua vita si conclusero tragicamente nel 1978, quando morì annegato in Sardegna durante una nuotata. Tuttavia, il suo lascito culturale rimane vivo, con una strada a lui dedicata a Roma e una biblioteca che porta il suo nome nella sua amata Sardegna. Marcello Marchesi rimane un'icona dell'umorismo e della creatività italiana.
Fonte: testo liberamente tratto da Wikipedia.
Fonte immagine: internet
DINO VERDE
Dino Verde, nato Edoardo Verde il 13 luglio 1922 a Napoli, in Italia, è stato un autore, paroliere, drammaturgo e sceneggiatore italiano. Iniziò la sua carriera nel 1943, lavorando nella rivista satirica Marc'Aurelio. Verde iniziò quindi a scrivere riviste e commedie per comici famosi come Macario, Nino Taranto, Aldo Fabrizi, Mario Riva e Riccardo Billi, tra gli altri.
Nel 1949 Verde iniziò a collaborare con l'EIAR, dove si specializzò nella scrittura di sketch e parodie di canzoni.
Attivo in televisione dal 1955, è autore di alcuni dei varietà RAI più apprezzati, tra cui Canzonissima, Doppia coppia e Studio Uno.
Verde è stato anche un autore di canzoni di successo, scrivendo testi per due canzoni vincitrici del Festival di Sanremo: "Piove (Ciao, ciao bambina)" di Domenico Modugno/Johnny Dorelli e "Romantica" di Renato Rascel/Tony Dallara.
Altri successi includono "Resta cu'mme" di Modugno, "Dadaumpa" delle Sorelle Kessler, "Il ballo del mattone" di Rita Pavone, "Una zebra a pois" di Mina e "Che m'è 'mparato a fa" di Sophia Loren.
I suoi lavori teatrali includono riviste e commedie per comici famosi come Macario, Nino Taranto, Aldo Fabrizi, Mario Riva e Riccardo Billi, tra gli altri.
L'ultimo lavoro di Verde è stato lo spettacolo teatrale del 2004 "Bentornato avanspettacolo". Anche il figlio Gustavo è autore televisivo.
Verde è morto il 1° febbraio 2004 a Roma, in Italia, all'età di 81 anni.
Fonte: testo liberamente tratto da Wikipedia.
Fonte immagine: internet