Dopo aver presentato in piccola parte - a motivo della mancanza totale di notizie biografiche che lo riguardano - l'autore, Ambrogino Caracciolo di Torchiarolo, e fatto il punto sul contenuto del suo romanzo “Sotto la raffica”, eccomi ora a dare una qualche notizia su “Torchiarolo” il cui feudo fu concesso da Carlo VI d'Asburgo ad Ambrogio Caracciolo che divenne così il primo principe di Torchiarolo, comune salentino di poche migliaia di abitanti a mio avviso del tutto sconosciuto alla maggior parte di noi.
Come i suoi discendenti abbiano poi acquisito il titolo di “Conte” non mi è riuscito di scoprirlo.
Fino a prima di approfondire meglio l'autore di questo romanzo pubblicato da mio papà nel 1957, pur essendo stato in Salento per motivi di lavoro, nessuna notizia avevo di questo comune.
Forse solo un fugace cartello indicatore sulla strada.
Torchiarolo è un comune della provincia di Brindisi, in Puglia, situato tra Lecce e il mare Adriatico.
Il territorio, un tempo paludoso, è stato bonificato nel Novecento e oggi è caratterizzato da estesi uliveti e vigneti.
Il nome "Torchiarolo" potrebbe derivare dal latino "turcularius" (addetto al torchio), riferendosi alla produzione di olio e vino, oppure da "Turce", indicante un'uccisione alla maniera turca, in riferimento alle incursioni ottomane nel XV secolo.
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Geograficamente, Torchiarolo si trova nel Salento, tra le città di Brindisi e Lecce, a breve distanza dal Mare Adriatico. Confina con i comuni di San Pietro Vernotico, Lecce e Squinzano. Le frazioni principali del comune sono Torre San Gennaro, Lido Presepe e Lendinuso.
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L'economia locale si basa principalmente sull'agricoltura, con coltivazioni di ulivi e vigneti, e sul turismo balneare, grazie alla vicinanza al mare.
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Il paese si sviluppò ulteriormente nel XII secolo con l'arrivo dei profughi da Valesio, distrutta da Guglielmo II il Malo nel 1157.
Nel XVI secolo, Torchiarolo divenne feudo della famiglia Natoli.
Nel 1465, Re Ferdinando I di Napoli confermò Giovanni Matteo Natoli come barone di Torchiarolo. Alla sua morte, il feudo passò alla sorella Arminia, sposata con Ferrante delli Falconi.
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Nel XVIII secolo, il feudo fu concesso da Carlo VI d'Asburgo ad Ambrogio Caracciolo, che divenne il primo principe di Torchiarolo.
Il ramo dei Caracciolo di Torchiarolo è stato dunque istituito nel XVIII secolo: il titolo di principe di Torchiarolo fu creato nel 1726.
Ambrogio Caracciolo - primo principe di Torchiarolo - (1699–1746), nacque ad Atripalda, fu un militare al servizio del Sacro Romano Impero, raggiungendo il grado di feldmaresciallo.
Fu anche un sostenitore degli Asburgo durante il periodo in cui governarono Napoli (1707–1734).
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Ambrogio, sostenitore della causa austriaca, fu costretto a lasciare Napoli nel 1734 con l'arrivo di Carlo III di Borbone, che lo accusò di tradimento e confiscò i beni della famiglia.
Ambrogio morì a Vienna nel 1748 e fu sepolto nel duomo di Santo Stefano.
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Nel 1788, la famiglia Caracciolo si stabilì a Pollena Trocchia, vicino Napoli, nella Villa Caracciolo, oggi sede della Casa di Cura "Regina Pacis".
Luigi Caracciolo, discendente di Ambrogio, fu conte del Sacro Romano Impero e generale sotto Maria Teresa d'Austria. Morì a Dresda nel 1758.
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Un altro membro della famiglia, il conte Agostino Caracciolo di Torchiarolo, è associato a un edificio storico noto come "Casino del conte Agostino Caracciolo di Torchiarolo", situato a Salcito.
L'edificio, risalente all'inizio del XX secolo, si sviluppa su quattro livelli ed è caratterizzato da una struttura in pietra e mattoni pieni.
Catalogo Generale dei Beni Culturali
Nel 1935, il conte Ambrogino Caracciolo di Torchiarolo (e qui siamo oramai “ai nostri giorni” nel senso che non può non trattarsi dell’autore del romanzo “Sotto la raffica”) acquisì la Torre Caracciolo, un maniero del XV secolo a Marano di Napoli.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la torre fu utilizzata dalle truppe tedesche come punto d'avvistamento.
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Torchiarolo oggi conta circa 5.300 abitanti e conserva tracce della sua storia nelle architetture e nelle tradizioni locali.