Il contributo dato al mondo culturale europeo e nazionale dal Libraio Antiquario Luigi Lubrano nell'ambito della biblioteconomia e della storia soprattutto dell'Italia Meridionale, è stato e resta di una importanza notevole e di valore indiscutibile.
Ancora oggi antiquari europei e collezionisti si contendono i suoi ormai pochi cataloghi rimasti in circolazione, alcuni dei quali fino a qualche tempo addietro ancora reperibili in internet.
Sono tanti invece coloro che li custodiscono gelosamente per consultarli onde avere notizie e informazioni su testi rari e storicamente fondamentali.
Mio Nonno Luigi individuò la necessità di un sistema di compilazione che consentisse al potenziale acquirente di un testo di avere già da subito tutte le informazioni necessarie a comprenderne caratteristiche, validità storica e culturale, stato di conservazione e tante altre informazioni che io profano non saprei descrivere.
Era quasi come avere il libro dinanzi.
Suoi amici stretti sono stati da sempre Benedetto Croce, Enrico De Nicola, Luigi Einaudi oltre a esponenti della cultura napoletana. Tanti gli intellettuali e gli scrittori che gli hanno reso omaggio recandosi a trovarlo quando erano a Napoli.
Ero ancora un bambino quando la "Libreria Internazionale Aldo Lubrano" abbassò senza più rialzarla, la serranda della sede di Via Pessina a Napoli. Proprio di fronte al Museo Nazionale.
Troppo piccolo per ascoltare o ricordare i racconti del nonno e assorbirne gli insegnamenti.
Questo il più grande rammarico della mia vita trascorsa fino a oggi nel pensarlo incessantemente insieme al mio papà.
Papà che non ha mai raccontato nulla del suo passato di figlio del Libraio Luigi e libraio lui stesso se non stimolato da una qualche domanda.
Papà che ha sempre conservato nello sguardo il pensiero volto a quegli anni, a quella spensieratezza, a quegli esaltanti momenti di gioia e soddisfazione.
La vita è alle volte crudele con alcuni e troppo benevola con altri. Mai una mezza misura per tutti!
Ecco perché forse poco o anzi nulla mi curo dei giudizi e delle valutazioni fatte da personaggi da me recentemente incontrati e di cui ho subito gratuite vessazioni e che non hanno mai goduto di alcuna considerazione già appena dopo averli incontrati. Valutazione iniziale ma non frettolosa o azzardata, confermata nel tempo.
Sì, perchè una delle mie formazioni iniziali è stata proprio destinata al comprendere le persone sin già al primo sguardo, dai primi gesti... si dice "postura"... dal modo di parlare e di esprimersi...
Potrei sembrare presuntuoso, ma posso con deciso orgoglio affermare di non aver mai commesso un errore di valutazione.
La mia storia, il mio passato, la mia famiglia e io stesso non possiamo essere valutati e giudicati da personaggi incapaci e inetti che nei confronti del mio essere stato sempre libero nell'animo e nello spirito sono invece servi utili fino a quando serviranno.
Trascorso il loro tempo non avranno più nulla tra le mani. Non storia e non rispettabilità... già oggi non ne hanno loro malgrado e nonostante quanto vogliano far apparire... chi non rispetta non merita rispetto e sicuramente non riuscirà a meritare nessun posto nella storia se non fino a quando il loro non sarà uno dei tanti nomi scolpiti su di un sepolcro abbandonato.
La prefazione alle “Memorie del Libraio Antiquario Luigi Lubrano” dattiloscritte dall'originale da Adriana Lubrano, figlia di Luigi e sorella di mio papà Aldo.
"E' con grande commozione che mi accingo a trascrivere queste memorie di mio padre e, devo dire, sebbene molti aneddoti mi siano già noti per averli sentiti dalla sua viva voce, ne scopro di nuovi mai conosciuti, e così tutti interessanti e di piacevole lettura, che mi chiedo se è il mio affetto filiale a farmi provare queste emozioni particolari o se ciò è generato dalla vita movimentata ed intensa vissuta da lui.
Mio padre, nella sua prefazione, si sente in dovere di scusarsi, con tutti noi figli, per non averci lasciato una posizione conforme alle possibilità avute durante la sua vita, così come si può ben capire leggendo queste pagine; tanto più se si fa il raffronto con i suoi colleghi, tutt'ora viventi, che da questo periodo d'oro hanno saputo trarre molti vantaggi. Basti citarne due ancora in attività: De Marinis e Lauria, tutt'oggi residente a Parigi; entrambi hanno potuto accumulare una fortuna che, già prima dell'ultima guerra, si aggirava nell'ordine di svariati milioni: stento a calcolarne il possibile valore attuale. E tutto ciò non è frutto di fantasia nè si pensi ad esagerazioni: sono realtà comprovate da fatti testuali.
Io stessa, mentre mi accingevo a trascrivere queste memorie, ho creduto di trovarmi di fronte ad esagerazioni tant'è che non credevo possibile quello che leggevo; in realtà all'epoca in cui molti di questi fatti sono accaduti, in cui si attraversava un vero e proprio periodo d'oro, ero in troppo giovane età per potermene ricordare di persona e, comunque, non in grado di capirne l'importanza; in realtà della mia prima infanzia ricordo solo periodi di ristrettezze e di economie. E devo dire che solo leggendo queste pagine capisco quello che mio padre intendeva allorquando si rammaricava di non essere riuscito, così come tanti altri, a crearsi ed a lasciare a noi figli, una posizione degna del nostro stato.
Ma proprio dopo aver letto queste pagine, breve stralcio della sua vita, non posso che provare, per mio padre, che una profonda ammirazione; sebbene sia stato più volte annientato, distrutto direi, dai casi della vita, lui ha sempre trovato la forza, la capacità e l'intelligenza per riprendersi, e là dove forse altri uomini si sarebbero arresi e lasciati andare, lui ha sempre trovato il modo di risorgere e trovare nuove possibilità.
Ora, tutto questo, posso dire che è potuto realizzarsi solo grazie ad una grande fede, una grande bontà d'animo ed una illimitata fiducia nell'avvenire.
Che importa se non ha lasciato grandi mezzi economici; per me ha lasciato qualcosa che vale molto di più.
Il danaro, se noi figli non ne avessimo saputo farne il giusto uso, sarebbe lo stesso sfumato; i suoi insegnamenti, invece, le sue virtù, la sua modestia restano e resteranno sempre nella mia memoria e saranno una continua lezione nella vita di ogni giorno; una lezione di speranza, di fiducia e di fede: perché con la coscienza tranquilla si può ben guardare al domani con piena serenità.
Non vorrei che queste mie espressioni venissero interpretate come una esaltazione oltre misura; sono semplicemente annotazioni di una figlia che, vissuta sempre vicino al padre per motivi di famiglia e di lavoro, sente, a distanza di un anno dalla sua dipartita, il bisogno di esprimere tutto l'affetto e la riconoscenza che ha sempre provato e particolarmente ora che non c'è più.