Il progetto del “Catalogo Generale” dove elencare e descrivere in ordine alfabetico 13.000 articoli, deve essere nato nel 1908, anno X dalla nascita della “Libreria Antiquaria Luigi Lubrano”
Della costruzione del “Catalogo Generale” ne trovo notizia per la prima volta all’interno del Catalogo N.64 Bimestre Gennaio-Febbraio 1909.
Alla data di stampa di questo catalogo risultano disponibili le prime “cinque parti” (“cinque cataloghi distinti”) che in sequenza riportano il numero “57, 58, 60, 61, 63”.
Non voglio, ma in verità non posso, andare più indietro non avendo avuto modo di conoscere nessuno dei cataloghi precedenti il 57 e neanche il 59 (che contiene 377 articoli di "Livres rares et manuscripts") anch’esso indicato come disponibile già nel N.64, probabilmente pubblicato nel 1908; non saprei se questo catalogo indicava la disponibilità delle prime due parti del “Generale”.
Il N.62 non riporta alcun riferimento.
Le prime cinque parti risultano dunque, come descritto nella promozione inserita nel N.64, in distribuzione già agli inizi del 1909 e comprendono ben 6581 articoli:
dalla lettera “A” – “Ab Alexandria (Jos.) Institutiones Universae philosophiae, Romae 1846, in 8, 5 vol. leg. In 2 grossi in m. pelle”
alla lettera “L” – “Lettere di illustri italiani per la prima volta pubblicate. Pisa 1877, in 8. Opuscolo per nozze”.
Il catalogo successivo, il N.67, continuerà dalla lettera
“L”- “Lettere di illustri letterati scritte alla celebre poetessa Paolina Grismondi, nata contessa Secco Suardo fra le Arcadi Lesbia Cidonia. Bergamo 1833, in 8”.
Chi mai sia stata “Paolina Grismondi” indicata come “celebre poetessa” è stata una naturale curiosità.
A 18 anni sposò il conte Grismondi e fu una poetessa italiana molto conosciuta e apprezzata.
Nacque a Bergamo nel 1746 e ivi morì nel 1801; nell'Accademia dell'Arcadia la contessa assunse il nome di Lesbia Cidonia. Il tipografo, nel compilare “Arcadi” avrebbe dovuto mettere un accento acuto sulla “A” iniziale alfine di rendere meglio comprensibile il concetto.
Ho trovato questo volume - citato alla posizione 6582 del catalogo N.67 - disponibile in download gratuito su Google Book.
Due sono le copie digitalizzate:
una proveniente dalla “K. K. OFBLIBIOTHEK – ÖSTERREICHISCHE NATIONALBIBLIOTHEK”,
l’altra copia digitalizzata proveniente dalla “Biblioteca Nazionale di Napoli”.
La copia che ho scaricato io è quella appartenente alla seconda.
Quale delle due sarà stata quella fornita da Luigi Lubrano?
E se nessuna delle due…? Non sono andato a verificare volendo lasciare la risposta in sospeso perché mi piace pensare che si tratti di quella posseduta dalla "Biblioteca Nazionale di Napoli".
Solo in Italia le biblioteche che posseggono questo volume, presenti nell'OPAC Nazionale sono 17.
Fuori di Italia ne conosciamo almeno una...
È nel catalogo N.68 che trovo indicata l’aggiunta della sesta parte del “Catalogo Generale” che si propone come “Catalogo N.67”. Sono sempre nel corso dell’anno 1909 in quanto il N.68 è riferito al bimestre “Novembre-Dicembre 1909”.
L’indicazione dunque si amplia:
“n. 57, 58, 60, 61, 63, 67. CATALOGO GENERALE. (Le prime sei parti con 7867 articoli, arrivano alla lettera M.)”.
Dunque il Catalogo N.67 che costituisce la “Parte sesta” del Catalogo generale raggiunge i 7867 articoli giungendo alla voce
“M” – Monticelli e Covelli. Prodromo della mineralogia vesuviana. Vol. I Orittognosia (Solo pubblicato) Napoli 1825, in 8 con 19 tavole incise, leg. m. pelle.”
Per chi come me si trova a contatto per la prima volta con questo termine:
"Orittognosia" - è la disciplina che studia i fossili per acquisirne informazioni geologiche. (Fonte “Treccani.it).
Ho inserito la fonte della spiegazione perché questa è così stringata, che non mi è riuscito di far altro, nel proporne il significato, che ripetere pedissequamente quel che ho trovato scritto.
Arrivo al Catalogo N.76 Anno XIII – Gennaio/Febbraio 1911 e leggo che del “Catalogo Generale” sono state pubblicate tre ulteriori parti che fanno pervenire gli articoli descritti al numero di 11.529 suddivisi in nove parti distinte sempre rigorosamente di 80 pagine ciascuno.
Questa la dicitura presentata in terza pagina di copertina:
“n. 57, 58, 60, 61, 63, 67, 69, 71, 75. CATALOGO GENERALE. (In preparazione la decima e ultima parte) 13.000 articoli”.
Questa decima e ultima parte però non è in mio possesso e non saprei in verità neanche se sia mai stata pubblicata.
Alla fine delle indicazioni degli ultimi pubblicati, il catalogo N.76 annuncia:
Catalogo n. 72-73. CATALOGO GENERALE.
Serie seconda parti prima e seconda.
Seguirà a Marzo 2011 la pubblicazione del Catalogo N. 77 del “CATALOGO GENERALE - Serie seconda” che conterrà la terza parte che termina alla voce
“P” – “Porcus Troianus ossia La Porchetta. Cicalata per le nozze di Messer Carlo Ridolfi Veronese, con madama Rosa Spina Riminese. Da tipi nobili 1821, in 8 leg. m. pelle.”
Parte che viene annunciata nel Catalogo N.78 del Bimestre Aprile-Maggio 1911 – Anno XIII.
Catalogo questo, in cui la “Decima e ultima parte del Catalogo Generale” risulta ancora “in preparazione”.
Da qui e fino al Catalogo N.84 Anno XIV che riporta come data di pubblicazione 11 Luglio 1912, la numerazione è consecutiva e in essi non v’è alcuna indicazione più a riguardo della “Decima e ultima parte” del “Catalogo generale” e neanche di una potenziale quarta parte, peraltro mai annunciata, de il “Catalogo Generale Seconda serie”.
Nulla ritrovo più nei cataloghi del 1914, 1917 e 1919 in mio possesso.
A giugno 1917 Luigi Lubrano aveva preparato il catalogo con il quale presso la Galleria di Lino Pesaro a Milano – intercorreva tra i due un profondo rapporto di stima e amicizia - ha inteso mettere in vendita quelli che dichiarava essere gli ultimi volumi di tutta la sua collezione a seguito della decisione di dismettere l’attività viste le difficoltà che aveva e stava ancora incontrando nel seguirla unitamente al dover espletare i suoi obblighi di soldato non ricevendo alcun supporto né dal fratello Francesco né soprattutto dal suocero.
In “Memorie di un libraio” Luigi Lubrano scrive:
[ … ]
A Roma mi fu scritto tutto quanto da mio suocero e si può ben immaginare la depressione in cui caddi a tanta contrarietà.
Poiché durante la mia permanenza a Napoli avevo potuto constatare gli errori fatti da mio suocero, con la pretesa di amministrare la mia libreria, decisi la liquidazione totale di essa, trattenendomi solo tutti i libri di bibliofilia.
E mio cognato Ferrara, con il quale ero stato in società per la pubblicazione dei volumi economici, si rese acquirente per Lire 6.000.
E così avvenne il primo tracollo della mia vita.
Intanto continuavo il mio servizio militare quando…
Quel che mi viene da considerare è la grande mole di lavoro e di studio che la costruzione dei cataloghi, così come Luigi Lubrano aveva inteso doverli predisporre, comportava e avrebbe ancora poi in futuro comportato.
Impensabile e impossibile raffrontare le tecnologie e le metodologie di revisione testi di oggi con quelle esistenti nei primi anni del novecento. Sottolineare un eventuale "refuso tipografico" la ritengo una offesa! sempre che lo si riesca poi a trovare.
Tutti coloro che hanno contribuito alla costruzione di quei cataloghi, e penso in particolare volendo in questo nome racchiuderle tutte la tipografia di Francesco Lubrano il fratello di Luigi, hanno svolto a mio avviso un lavoro complesso e difficile dovendo fare attenzione nel digitare caratteri di stampa di titoli e descrizioni per la loro gran parte in lingua latina facendo attenzione acché non vi fossero errori di stampa che avrebbero reso vano ciò che a monte Luigi Lubrano aveva predisposto.